miércoles, 13 de abril de 2016

SECONDA ARCA DI NOÈ


Ilustración de Willam Blake (1757-1827) para el Libro de Job


SECONDA ARCA DI NOÈ

                                   Quel giorno si divideranno due mostri, una femmina di nome 

                                            Leviathan che vive in fondo al mare sopra le sorgenti delle
                                            acque e un maschio il quale porta il nome Behemoth che posa 
                                            il suo petto su un deserto chiamato Dandain.

Libro di Enoc 60:7

Mi sono sempre attenuto con estremo rispetto alla regola di San Benedetto. Ho incessabilmente creduto con autentica fede così come insegnava Escoto Eurigena[1]: salus nostra ex fide inchoat[2]. Mi sono sempre sottomesso allo stato di schiavitù a cui la malvagità dell'abate ci aveva ridotto. Le mie ossa con questa gobba velenosa esigono un risarcimento per i lunghi anni interamente consacrati allo scriptorium. Non commetto peccato di superbia se affermo che Dio ha permesso che sia io il migliore illustratore. Le miniature più delicate sono affidate al tratto raffinato del mio calamo. Dopo che gli amanuensi hanno svolto il loro compito, io lavoro con intensa ispirazione artistica sulle iniziali miniate e sulle immagini che decorano i fogli. Sono un artista il cui magistero richiama i migliori incarichi. A Heinrich der Löwe[3], duca di Baviera, stavamo riproducendo in segreto un libro dei tempi passati, tradotto al greco dal titolo Physiologus. E' un bestiarium trattato che comprende tutti gli animali con cui la Divina Provvidenza ha voluto popolare la superficie terrestre, i cieli e anche gli inferni. 

Una notte, un flacone di inchiostro si è rovesciato danneggiando in modo definitivo gran parte del lavoro. Deve essere stato il vento, un ratto o la mano dell'Onnipotente, ma l'abate fece di me l'unico responsabile e mi costrinse all'isolamento con l'obbligo di restaurare il danno in meno di una settimana. Mi ha anche inflitto mortificazioni in grado di turbare finanche la ragione.

Non sono un monaco qualsiasi. Per la mia elevata fedeltà e zelo apostolico sono l'unico ad aver copiato libri proibiti e sacrileghi. E così appresi che mediante un patto col Demonio è possibile servirsi delle immagini per imprimere loro vita. Ciò non è opportuno per un frate, ma ho imparato a memoria lo scongiuro. Questo affronto è volto a riparare un torto subito. Ho tracciato sulle pareti un bue abominevole e un enorme serpente marino. Appena pronunciate le parole propizie, le mie bestie diverranno padre e madre di un'intera progenie chiamata a riparare l'infamia e pertanto questa putrida abbazia si trasformerà in novissima arca, ventre abietto di mostri che non avranno misericordia. Sarà, dunque, un lieto anticipo della Parusìa[4]. Non mi importa se ciò decreterà la condanna della mia anima: "Legio diabolorum audite me..."[5].


© Pablo Martínez Burkett / © Traduzione Marcela Filippi Plaza para el libro "BUENA LETRA-ANTOLOGÍA 1 Autori in lingua spagnola tradoti per la prima volta in italiano" (EDITORIALE GIORNI, Roma, 2012).


[1] Giovanni Scoto Eriugena (810-877) monaco, teologo,filosofo e traduttore irlandese, considerato il più grande filosofo dell'alto Medioevo. La prevalenza della ragione insieme alla prospettiva di tendenza panenteistica gli valsero il sospetto di eresia. 
[2] La nostra salvezza ha inizio attraverso la fede. 
[3] Enrico XII di Baviera (1129-1195), detto Enrico il Leone (in tedesco Heinrich der Lowe) duca di Sassonia e Duca di baviera. Era cugino di Federico Barbarossa. Mentre Federico devastava l'Italia, Enrico guidava il destino della Germania. 
[4] Il ritorno di Gesù sulla terra alla fine dei tempi. 
[5] Ascolta legione diabolica.



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